Persino un cane è più educato di molti infanti

L’autocontrollo di Clelia Zocchi ha ceduto, e qui vi riportiamo integralmente il suo sfogo, sperando in uno spunto riflessivo.

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Ci sono mattine, tipo quella di oggi, in cui veramente il self-control è un’auto imposizione assai ardua da rispettare. Poi, però, ti siedi un attimo, prendi un bel respiro, e ti rendi conto che la gente riesce a sparare sentenze senza la minima cognizione di causa.

Io amo casa mia, non cambierei zona per niente al mondo; quando penso che prima o poi avrò una casa mia e che probabilmente non sarà in Piazza XX mi sento strana. È la mia piazza, ci ho giocato a pallone, ci sono caduta in bici, ci ho baciato ragazzi. E’ qui che giocavo a guardie e ladri fra i banchi del mercatino americano, è qui che da piccola leggevo Topolino sulle scale della chiesa insieme al mio amico Marco, ed è in questa stessa piazza che ogni giorno scendo con il mio cane, come faccio ormai da 11 anni. Scendo e pulisco la sua cacca, quando ha problemi scendo con la tanica dell’acqua, per pulire. Passo dalla parte opposta dei negozi per evitare che sporchi, elargisco bustine a chi ne è sprovvisto.

“Io questa piazza la vivo 24 ore su 24, nel bene e nel male.

” – Clelia Zocchi

Apprezzo iniziative come quella del 20 settembre, tanto che l’unica bandiera italiana era appesa alla finestra di camera mia. Apprezzo quando passa la spazzatrice sopra la piazza e toglie la miriade di foglie che altrimenti intaserebbero le fogne. Apprezzo i mercatini, le bandierine colorate e i negozi aperti fino a tardi, con la gente che passeggia, perchè la vedo viva.

Proprio perchè Piazza XX è da sempre casa mia, posso anche essere critica, e non solo posso, ma devo: vedere come è ridotta e frequentata la piazza, dal calar del sole fino all’alba, mi fa male, e non è negando l’evidenza che si può cambiare la realtà. Io non ho la minima intenzione di far finta di niente o di farmi andare bene una determinata situazione solo perchè sta diventando la normalità.

“Io non posso stare zitta, come nessuno dovrebbe.” – Clelia Zocchi

La piazza ha i suoi problemi, ma insieme si possono affrontare. Residenti, commercianti, cani, gatti, simpatizzanti e chi vi pare: non me ne frega, in quanto per me può venirci anche il Papa, ma io voglio una piazza tranquilla. Una piazza dove poter stare senza dover controllare se ci sono vetri o siringhe in terra. Una piazza dove il puzzo di urina umana non sia ammorbante nelle sere d’estate. Una piazza che ritorni ad essere del quartiere.

Questo, non solo perchè voglio portarci il mio cane (che, per inciso, in molte situazioni risulta molto più gestibile ed educato di molti infanti), ma perchè voglio che questo bellissimo spazio ritorni ad essere mio, mio e di tutte quelle persone che per passare una serata si accontentano di qualche amico e una lattina di cola, da bere su una panchina.

Se è questo mio atteggiamento a creare problemi e dissapori, signori miei, qui siamo di fronte a un disastro.

F.to Clelia Zocchi

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