Quanti mestieri hai fatto
Carlo Chionne, il poeta del Castellaccio, ci propone altre poesie in rima raccontandoci quanti mestieri ha fatto nella sua vita
Per non intristirci troppo, vuoi dirci quanti mestieri hai fatto durante la tua vita?
Quanti mestieri ho fatto durante la mia vita?
Il saggio, il matto, lo scemo,
l’attore, l’eremita, il padre,
il cittadino e l’intellettuale
ho fatto anche il cretino
e a volte anche del male
l’amante ed il marito
il giovane arrabbiato
il vecchio rimbambito
anche l’uomo impegnato
ho fatto lo studente
il ragazzo per bene
a volte poco o niente
ma ho fatto anche del bene
l’ebreo ed il cristiano
l’alunno e il professore
l’ateo il mussulmano
ogni tanto l’amore
ho fatto il giocoliere
il ribelle
l’artista
quasi ogni mestiere
meno che l’arrivista
ho fatto il lavapiatti
il portoghese
l’indiano
son sempre stato ai patti
mai ho fatto il ruffiano
il pagliaccio
l’eversore
l’anarchico il precario
anche l’educatore
il rivoluzionario
ho mangiato anche il fuoco
quante ne ho fatte io
e c’è mancato poco
che non facessi Dio
ma non ho fatto il morto
quello l’ho rimandato
però mi sono accorto
di averlo rinviato
quando l’avrò finito ve lo farò sapere
vi manderò un invito
se vi farà piacere
così mi scorterete
verso l’ultima meta
e chissà se direte
in fondo era un poeta.
Ma tu chi sei veramente? Vuoi dirci qualcosa di più sulla tua personalità?
IO sono quel che sarò e quello che sono stato
ma quel che sono non lo so
fin da quando sono nato me lo chiedo senza sosta
e così di quando in quando
acqua acqua
fuoco fuoco
qua e là vado gridando
fin da quando ero bambino
è una vita che io gioco
con la morte a nascondino.
La tua generazione è la cosiddetta generazione del ’68. Quella che qualche cretino cognitivo chiamerebbe la “sixtyeight generation“. Ce ne vuoi parlare?
La mia generazione ha fatto il 68
fu una bella occasione
per dir ci avete rotto
Mettemmo sotto assedio
Quel mondo patriarcale
Ma non so se il rimedio
Fu peggiore del male
Poi venne il 78
E io feci anche quello
Così mi feci sotto e riempì il mio fardello
Di ideali
L’88 ci prese che eran già esauriti
E ci fu chi si arrese
Ci si perse di vista
Ci si mise in trincea
Ci fu qualche arrivista
E finì la Corea
Il 98 ha tra riflusso e privato
Tra chi aveva già avuto
Senza avere mai dato
Dal 2000 sorpresi come naufraghi sparsi
Eravamo diversi
Come siamo cambiati
Poi feci anche l’8 ma senza troppe emozioni
Ora aspetto il 18
Senza tante illusioni
Pasolini e Pavese furono i nostri eroi
La vita e le sue offese li sottrassero a noi
Don Milani Don Nesi
Furono emarginati
Per non essersi arresi al potere dei prelati
Furono al servizio
Solo della persona
Il collegio cardinalizio è al servizio di mammona
Qualche anno fu più bello
Qualcuni un po’ più brutti
Comunque se per quello
Me li son fatti tutti
Ora vado su e giù
Fra Parigi e Livorno
In attesa del giorno
Che non ne farò più.
Continuate a seguirci mercoledì prossimo, per altre poesie di Chionne.
Ogni lunedì una nuova puntata!