V.le Boccaccio

Continua con V.le Boccaccio il nostro itinerario storico-poetico-toponomastico-letterario attraverso e lungo Vie, Viali, Piazze e Piazzette di Livorno.

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Viale Giovanni Boccaccio

Chiamato via Fabbricotti fino al 1927, nel 1950, ed esattamente l’11 maggio, ebbe il nome attuale. In precedenza, aveva fatto  parte di via del Platano.

Giovanni Boccaccio nasce nel 1313, probabilmente a Certaldo, figlio illegittimo di un mercante e banchiere. Nel 1327 il padre lo porta a Napoli affinché faccia esperienza di banca. Nel 1349 il padre lo richiama a Firenze. Per miracolo egli riusce ad evitare la peste del 1348 tornando illeso nel capoluogo toscano. Negli anni seguenti, tra il 1349 e il 1351, scrive il Decamerone, con il proposito di alleviare le pene d’amore, di divertire e di consigliare sopratutto le donne, perché è sua opinione che siano loro ad amare senza poter avere le distrazioni che spettano invece agli uomini.

Egli ritiene senza dubbio di sorta che l’Eros sia un’espressione della natura umana e che quindi non possa essere represso.

Nella sua opera si rivela un autore straordinario e moderno per il suo modo di collegarsi con gli altri esseri umani.

Nel 1373 la città di Firenze lo invita a dare pubblica lettura della Divina Commedia nella chiesa di Santo Stefano. Boccaccio accetta con piacere. Nel 1374 deve però interrompere bruscamente le letture per cagioni di salute. Terrorizzato dall’idea della morte, pensa più volte di bruciare tutti suoi scritti. Muore, infine, a Certaldo, nel 1375.

Ma sentite come si esprime la sua donna amata nel libro che egli le dedica dal titolo, appunto, di Elegìa per Madonna Fiammetta:

” […] mi piace, o nobili donne, ne’ cuori delle quali amore più che nel mio forse felicemente dimora, narrando i casi miei, di farvi, s’io posso, pietose.

Voi sole, le quali io per me medesima conosco pieghevoli e agl’infortunii pie, priego che leggiate; voi, leggendo, non troverete favole greche ornate di molte bugie, né troiane battaglie sozze per molto sangue, ma amorose, stimolate da molti disiri, nelle quali davanti agli occhi vostri appariranno le misere lagrime, gl’impetuosi sospiri, le dolenti voci e li tempestosi pensieri, li quali, con istìmolo continuo molestandomi, insieme il cibo, il sonno, i lieti tempi e l’amata bellezza hanno da me tolta via. […] “

Ma lasciamo ora Fiammetta che si abbandona al suo dolore per la partenza da Napoli del suo amato Giovanni. Prepariamoci, intanto, al prossimo appuntamento, che sarà sull’importante Via Carlo Bini, per raggiungere la quale faremo un passo indietro nel tempo…

Si ringrazia Carlo Chionne, per l’impegno a produrre questa nuova rubrica in collaborazione con la nostra redazione.

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