Dario Monticelli mi presento

Dario Monticelli artista dilettante che opera sul territorio livornese

 

Dario Monticelli

Sono un artista dilettante che opera principalmente sul territorio livornese da vent’anni. Drammaturgo, poeta, regista, attore, presentatore (tutto a piccole dosi), ma principalmente aspirante patafisico a tempo pieno (esattamente ciò che ho detto, l’ho messo pure nel curriculum). 

Ho frequentato e tenuto diversi laboratori di teatro, non tanto per la presunzione di avere chissà che da insegnare, ma ho avuto dei veri maestri che mi hanno trasmesso la passione per la condivisione e la comunicazione.

Attraverso la generosa e meravigliosa possibilità che l’associazione AEROC rende possibile, mi piacerebbe aiutare a costruire uno spazio teatrale anticonformista rispetto alle classiche proposte, se non nei contenuti, almeno nella metodologia e nell’approccio. L’arte (in senso lato, canto, ballo, recitazione, ecc) diffusa e praticata a livello di massa ha assunto sempre più le caratteristiche commerciali di un’aspirazione lavorativa. E di ciò, oltre ai lati positivi, ha assorbito anche i tratti oscuri della mercificazione, dell’arrivismo, della superficialità (perché bisogna accontentare più clienti possibile e non scontentare nessuno). Il laboratorio che propongo – non voglio sbilanciarmi a dire “di ricerca” perché non ho le competenze necessarie, ma diciamo dal carattere spontaneo – vuole cercare di riscoprire il lato sacro e mistico del teatro, la sua forma e funzione sociale. Una nicchia riparata in cui sedersi intorno al focolare, in mezzo alla notte fredda e tetra della ragione, tra amici e amiche e provare ad inventare e raccontarsi storie che ci ricordino che siamo esseri umani, dopotutto, e non “massa”.

La metodologia pratica del laboratorio passa dunque attraverso anzitutto l’ascolto dei suoi partecipanti. Non si parte da un testo prefissato giocando a fare gli attori che interpretano la recita. No, ci raccontiamo, ci guardiamo negli occhi e capiamo chi siamo, cosa sappiamo fare e cosa vogliamo dire. Dalla “materia umana” si parte si cerca di costruire il percorso teatrale, attraverso la mia mediazione. L’approccio è flessibile: con molti partecipanti ci si orienterà verso un’azione corale, con pochi partecipanti avremo modo di approfondire il lavoro sul singolo: ci sono caratteri comici o drammatici? Musicisti? Ballerini? Poeti? Operaie? Disoccupati? Ovviamente io farò anche delle proposte drammaturgiche, ma la parte “testuale” dello spettacolo che mi piacerebbe veder coronare il laboratorio, partirà anzitutto dalle storie e dalle invenzioni che porteranno i partecipanti. In prospettiva, la mia aspirazione è che questo laboratorio, che viene svolto per la prima volta presso AEROC, possa essere l’inizio di un percorso più lungo. Come è stato detto, vorrei che fossimo i semi della foresta attraverso cui un giorno ci piacerebbe passeggiare

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