Istituto “Giancarlo Vallauri” – Attività svolta in collaborazione con il Consorzio LaMMA di Firenze

Il progetto SICOMAR (SIstema di COntrollo MARino) è finanziato nell’ambito del Programma di collaborazione transfrontaliero Italia-Francia “Marittimo”. Il Progetto intende affrontare in maniera integrata il tema della sicurezza in mare e del controllo dell’ambiente marino, su un’area transfrontaliera dal patrimonio di straordinaria ricchezza il quale ha visto, anche in tempi molto recenti, l’emergere di rilevanti criticità ambientali, e che ospita il Santuario dei Cetacei.

L’obiettivo generale di SICOMAR è quello di costruire un sistema di controllo marino sostenibile per l’area transfrontaliera attraverso un insieme integrato di investimenti materiali e immateriali da parte di istituzioni regionali, attori pubblici e centri di ricerca.

SICOMAR intende rispondere a queste necessità proponendo obiettivi di immediata realizzabilità, secondo quanto chiaramente identificato nel corso del “progetto MOMAR”, partendo dall’implementazione di una rete di misura marina fondata su strumenti tecnologici allo stato dell’arte.

L’ambizione è quella di compiere un passo rilevante verso l’obiettivo di coprire tutta l’area marina transfrontaliera, a cominciare dalle zone di particolare criticità, quali i Parchi, il sistema dei canali e degli stretti (Canale di Corsica, di Piombino, dell’Argentario, delle Bocche di Bonifacio), le aree marine protette, le aree portuali, le aree a vocazione turistica.

Le principali attività riguardano la creazione di un sistema di investimenti tecnologici integrati nelle quattro regioni transfrontaliere.

In risposta alle esigenze di infrastrutture materiali e immateriali nell’area marina e costiera transfrontaliera SICOMAR prevede infatti l’acquisto e l’installazione di apparecchi di alta tecnologia (come ad esempio veicoli autonomi e campionatori automatici a bordo delle navi) e di radar HF.

Parallelamente, SICOMAR prevede attività finalizzate alla messa a punto di un modello di governance marina transfrontaliera, attraverso il coinvolgimento dei più rilevanti stakeholder di riferimento dell’area.

L’ambiente del Mediterraneo è uno dei più ricchi e dei più vulnerabili al mondo. L’area di cooperazione dell’Alto Tirreno possiede un importante patrimonio naturale. Buona parte dei suoi litorali sono soggetti a regimi di tutela. Parchi, aree protette e riserve naturali offrono una rassegna della straordinaria varietà naturalistica dell’area.

Ma queste zone marine e costiere sono anche sottoposte a forti pressioni legate all’intenso traffico marittimo, alla presenza di aree portuali, di poli industriali e commerciali, all’alta concentrazione di strutture turistiche e balneari e agli scarichi civili e industriali che confluiscono direttamente o indirettamente in mare.

A questo si aggiungono emergenze ambientali che hanno investito l’area marina transfrontaliera, quali l’incidente dell’Eurocargo Venezia nelle vicinanza dell’isola di Gorgonia, lo sversamento di sostanze petrolifere a Porto Torres, il naufragio della Costa Concordia presso l’isola del Giglio e ultimo, ma non per importanza, l’oil spill che ha interessato un lungo tratto di mare lungo la costa occidentale della Corsica, fra Calvi e il Golfo di Scandola.

Per salvaguardare il patrimonio naturale di questo spazio un primo passo è stato fatto con il “progetto MOMAR”, che è intervenuto con efficacia nel periodo 2009-2012 per porre le premesse per un sistema di controllo integrato per lo spazio marino transfrontaliero. Questo impegno viene oggi proseguito con il progetto SICOMAR, che costituisce l’evoluzione tecnologica dell’idea estesa di monitoraggio, rafforzando la cooperazione tra istituzioni ed enti di ricerca attraverso la realizzazione di importanti investimenti comuni.

La finalità generale del progetto è quella di costruire un sistema di controllo marino sostenibile per l’area transfrontaliera che affronti in maniera integrata il tema della sicurezza in mare e della qualità dell’ambiente marino, attraverso la creazione di una rete tecnologica che comprende radar HF, veicoli autonomi (glider) e campionatori automatici (ferrybox) installati su alcune navi in rotta nell’area transfrontaliera.

Il progetto SICOMAR in particolare si propone di:

  1. Aumentare l’efficacia delle azioni di controllo marino e prevenzione dei rischi ambientali.
  2. Aumentare la diffusione della cultura della responsabilità ambientale.
  3. Mettere a punto una governance marina che governi e sviluppi il sistema di monitoraggio transfrontaliero.

RADAR HF

 

I Radar in banda HF sono oggi gli strumenti più diffusi nella comunità mondiale per la mappatura continua dello stato del mare su aree marine estese. E’ possibile ricostruire il campo delle correnti marine di superficie e il moto ondoso su aree vaste: il raggio di copertura di ogni postazione dipende dalla frequenza di lavoro, i radar installati hanno una frequenza di 13.5 MHz e possono coprire fino a 90-100 km.

Recenti sviluppi della tecnologia del radar costiero HF permettono ai radar la stima di dati di vento, dell’allerta tsunami e dell’applicazione al controllo del traffico navale. Il sistema installato dalla Regione Toscana è costituito da due radar a singola antenna, installate rispettivamente a Livorno (presso l’Accademia Navale) e San Vincenzo.

Il sistema è corredato da un data server per l’acquisizione da remoto, il processamento e la gestione dei dati acquisiti.


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Pubblicato il 13/02/2017

Ideato e realizzato da: Fabio NUTI

Ricerca iconografica e storica: Fabio NUTI, Roberto PALANDRI, Miranda CAVICCHI, Lucio MATTIUSSI, Giuseppe CELESTE

Ringraziamenti: Marco MASETTI, Francesco LA MACCHIA, Maurizio MAGALINI, Giancarlo MISURI, Vincenzo CARULLI

Archivio Storico dell’Istituto “Giancarlo Vallauri”

Archivio Storico della Accademia Navale

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