Istituto “Giancarlo Vallauri” – Le origini

La prima guerra mondiale stava dando la più evidente dimostrazione dell’importanza della radiotecnica, una materia in Italia poco conosciuta, quasi pionieristica, verso la quale la Marina Militare Italiana dimostrava grande interesse, tanto da mandare i suoi ufficiali a studiarla all’estero, presso le scuole di Inghilterra e di Francia.
Finalmente nel luglio 1916 la Marina Militare si decise ad istituire l’insegnamento della radiotecnica presso la Regia Accademia Navale di Livorno e quattro mesi più tardi a fondare ancora a Livorno, con decreto luogotenenziale n. 1571 del 26 ottobre 1916, l’I.E.R.T. (Istituto Elettrotecnico e Radiotelegrafico della Regia Marina) con il compito istituzionale di contribuirne allo sviluppo con ricerche ed attività di studio. La denominazione di Istituto Elettrotecnico e Radiotelegrafico della Regia Marina ne evidenzia i settori originari di attività. A dirigerlo, dal 1916 al 1926, fu chiamato dalla Marina Militare Giancarlo Vallauri, professore universitario, la massima autorità all’epoca nel campo della radiotecnica.
Sotto la guida del Professor Vallauri furono condotte presso l’IERT ricerche fondamentali sui triodi, detti allora “audion”, e sulle trasmissioni con onde lunghe ed a grande potenza. Le prime portarono il Professor Vallauri a formulare la famosa “equazione del Vallauri” che permise per la prima volta la trattazione analitica dei tubi a vuoto, fino ad allora costruiti con criteri empirici; le seconde a mettere in servizio, il 15 aprile 1923, il Centro Radiotelegrafico di Coltano (PI), la prima grande stazione transcontinentale in Italia ed una delle prime nel mondo, con un padiglione aereo ad antenna dalla forma di un grande reticolo quadrilatero di 420 m per lato, sostenuto da quattro piloni uguali, ciascuno di 250 m di altezza e peso proprio di circa 80 tonnellate.
Con il Regio decreto 26 aprile 1928 il nome dell’Istituto fu cambiato in Regio Istituto Elettrotecnico e delle Comunicazioni della Marina (R.I.E.C.). Con il RIEC l’organizzazione dell’Istituto divenne militare. Il decreto ministeriale 27 luglio 1928 decretò infatti di affidare l’incarico di direttore, d’allora in poi, ad un ufficiale della Regia Marina. Inoltre i compiti dell’Istituto, per soddisfare le richieste della Marina Militare in evoluzione con i tempi e con le necessità della nazione, furono estesi a nuovi campi.
In ogni caso i risultati conseguiti dal RIEC, dove lavorarono tra gli altri Vecchiacchi (fondatore delle misure elettroniche), Boella (padre della decade di frequenza), Ruelle (Direttore del RIEC), Carrara (padre delle microonde), Tiberio (inventore del “radiotelemetro”), contribuirono alla fama dell’Istituto in tutto il mondo. Ne sono un esempio le misure elettroniche condotte da Francesco Vecchiacchi negli anni di permanenza presso il RIEC dal 1927 al 1932 che portarono tra l’altro a costruire i primi misuratori di frequenza a lettura diretta a tutt’oggi usati, la teoria delle microonde sviluppata dal Professor Carrara che usò il termine microonde, per la prima volta nella letteratura scientifica, nel marzo 1932 sulla rivista ALTA FREQUENZA, fondata dal Professor Vallauri, alle imprese del Professor Boella sui piezoscillatori, l’effetto Boella, e la sintesi di frequenza, e lo studio del Professor Tiberio sul radar, da lui chiamato radiotelemetro, che porta la data del 27 aprile 1936.
antenne-ec1-1935Il primo radiotelemetro ad onda continua modulata in frequenza, chiamato E.C.1, fu realizzato presso il RIEC nel 1936. Ad esso seguirono nel 1937 l’E.C.1-bis e l’E.C.2, con risultati tuttavia poco soddisfacenti che portarono l’Istituto a preferire di costruire in futuro gli apparati ad impulsi sulle onde di 0,6 m (navale) ed 1,50 m (costiero).
Due prototipi siffatti furono costruiti dal RIEC nel 1939 con il nome di R.D.T.3 costiero ed E.C.3 navale, quest’ultimo modificato in E.C.3-bis nel dicembre 1940. Purtroppo le prove per valutarne l’efficienza subirono notevoli ritardi, tanto che a febbraio del 1941 esse non erano ancora state eseguite.radar
Le pesanti perdite subite in più occasioni dalla nostra Marina, in particolare a Capo Matapan (28-29 marzo 1941), rimossero alfine gli indugi e le polemiche. Furono così costruiti nel 1943 due prototipi detti Folaga, costiero (150-300 MHz, 2-1 m), e Gufo, navale (400-750 MHz, 75-40 cm). Le prove furono eccellenti per entrambi. Furono quindi ordinati alla Ditta Marelli 150 Folaga ed alla Ditta Safar 50 Gufo. Purtroppo solo pochi esemplari realizzati furono consegnati alla Marina: alla data dell’8 settembre 1943 soltanto dodici navi militari risultavano dotate di Gufo e di queste dodici sei l’avevano montato appena un mese prima!
gufoLa seconda guerra mondiale impose dapprima il decentramento del RIEC in zona meno esposta, a Campo S. Martino (PD), quindi, dal 1 settembre 1943 la sospensione di ogni attività scientifica. In data 16 luglio 1947 l’Istituto rientrò finalmente a Livorno. Dal 1 aprile 1957 il nome fu cambiato in Istituto Radar e delle Telecomunicazioni della M.M. (MARITELERADAR), significativo dell’attività scientifica nei settori Radar, TLC e Guerra Elettronica, divenuti di nuovo interesse per la Marina Militare.
A far data del 6 maggio 1960, la Marina volle poi aggiungervi il nome “Giancarlo Vallauri”, in omaggio al suo fondatore e primo Direttore. La denominazione è significativa dei nuovi settori divenuti strategici nello scenario politico mondiale degli anni ’60-’80, che l’Istituto seppe affrontare con un’intensa attività di studio e sperimentazione che contribuì non poco alla rinascita della ricerca scientifica e dell’industria elettronica nazionale. La competenza acquisita in quel periodo dall’Istituto, soprattutto nei campi delle telecomunicazioni e delle antenne, è pressoché unica. Dalla fine degli anni ’60 (sotto la guida del C.A. (AN) Mario Bernardi prima, e del C.V. (AN) Roberto Palandri poi) vengono studiati e costruiti diversi complessi ricetrasmettitori e relativi sistemi di antenna, idonei al collegamento con i satelliti USA LES-5 e LES-6, nell’ambito del programma NATO TACSATCOM (TACtical SATellites COMmunications).
Con la legge n.637 del 1° ottobre 1984, all’Istituto vengono assegnati compiti riguardanti principalmente:
– lo studio dei problemi scientifici e tecnici inerenti le apparecchiature e i sistemi che interessano la Marina Militare nel campo delle telecomunicazioni e dell’elettronica, nonché la compilazione delle specifiche tecniche degli apparati e delle relative installazioni e la loro omologazione;
– la valutazione di studi e progetti di nuove apparecchiature e nuovi sistemi nel campo dell’elettronica ai fini del loro eventuale sviluppo, nonché il controllo, il collaudo e le prove dei prototipi e di particolari apparecchiature, sistemi e componenti elettronici ai fini della loro omologazione;
– l’esecuzione di studi, ricerche e sperimentazioni, anche in correlazione con altri enti delle forze armate, istituti di ricerca e sviluppo nazionali e stranieri, nonché con le Industrie, al fine di contribuire al progresso scientifico e tecnico nella realizzazione delle apparecchiature e del sistemi che rientrano nel campo della propria attività.
Con il Decreto Ministeriale del 31 gennaio 2007, viene istituito il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale con sede a La Spezia. Dopo la fusione degli enti Mariperman, Marimissili e Mariteleradar, l’Istituto perde la sua autonomia diventando un Reparto distaccato del suddetto nuovo Centro con un ulteriore incarico riguardante il Supporto Tecnico Logistico, con riferimento alle attività di controllo di configurazione, nel settore dei sistemi di Comunicazione ed Optoelettronica.

AMIS, SPN/760, AULOS, IRST Statico, sono alcune delle nuove sperimentazioni che l’Istituto è impegnato ad  affrontare con lo stesso spirito e la voglia che lo ha distinto in questi anni. Test di accettazione nuovi sistemi EWS:  FREMM, ORIZZONTE, SMG. Interventi Tecnici: EW Navi «pre missione» (ZEF – LIBE – ESP). Eventi e Progetti internazionali. Accordi e convenzioni con il CNIT, Università di Pisa, Consorzio LaMMA di Firenze. Supporto alla formazione presso Marinaccad, Stelmilit, Comsubin. Coinvolgimento nel programma SDR Nazionale (guida SMD/SGD), nei programmi multinazionali COALWNW e ESSOR per nuove forme d’onda a banda larga e, più in generale, nei lavori NATO per l’integrazione di f.o. vecchie e nuove per i futuri sistemi SDR. Il progetto MITOS, che traccia un percorso nuovo, tecnico ed organizzativo, che può consentire alla F.A. di utilizzare i risultati della ricerca per lo sviluppo di nuovi sistemi da impiegare a bordo.
Ed eccoci così arrivati al traguardo dei cento anni di storia con una crescita continua delle proprie attività, sia per qualità che per quantità. l’Istituto «Vallauri» attualmente svolge valutazioni tecniche e verifica di prestazioni di sistemi operativi, prototipi e dimostratori tecnologici nei campi di competenza con capacità uniche in ambito nazionale. Molti anche i riconoscimenti ottenuti in ambito internazionale.
Grazie a queste caratteristiche, l’Istituto viene frequentemente scelto per l’esecuzione di attività di test e sperimentazione, contrattualmente impostate in regime di permuta, dalle principali aziende nazionali, non esclusivamente del settore Difesa.

Pubblicato il 19/12/2016

Ideato e realizzato da: Fabio  NUTI

Ricerca iconografica e storica: Fabio NUTI, Roberto PALANDRI, Miranda CAVICCHI, Lucio MATTIUSSI, Giuseppe CELESTE

Ringraziamenti: Marco MASETTI, Francesco LA MACCHIA, Maurizio MAGALINI, Giancarlo MISURI, Vincenzo CARULLI

Archivio Storico dell’Istituto “Giancarlo Vallauri”

Archivio Storico della Accademia Navale

Ricordiamo inoltre che questa settimana andrà in onda alle ore 12, 15 e 17 dopo il Giornale Radio su www.webradio.li, la webradio di CliccaLivorno una intervista al C.V. Andrea Giovagnola, nuovo Direttore dell’Istituto.


[Aggiunta del 31/5/2017]

L’intervista è inoltre disponibile sul nostro SoundCloud (che trovate qui), e potete ascoltarla qua sotto.

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