La RSU del Benetti chiede il rispetto del piano regolatore portuale

Il cantiere Azimut Benetti e la segreteria della Fiom CGIL Livorno esprimono preoccupazione per l’immobilismo sulla gara di affidamento dei bacini di riparazione.

Inizia la mappatura degli appalti per censire le lavorazioni, necessarie figure professionali di alta e media specializzazione.

Il cantiere Azimut Benetti e la segreteria della Fiom CGIL Livorno esprimono preoccupazione per l'immobilismo sulla gara di affidamento dei bacini di riparazione

La RSU del cantiere Azimut Benetti e la segreteria della Fiom CGIL provincia di Livorno esprimono preoccupazione per l’immobilismo sulla gara di affidamento dei bacini di riparazione e chiedono maggiore interconnessione tra l’azienda e la città.

Le recenti dichiarazioni di Poerio rilasciate mezzo stampa hanno destato grande preoccupazione tra gli operai del cantiere “Non siamo allarmisti – esordisce la RSU – semplicemente siamo coscienti che le parole dell’amministratore delegato non devono essere derubricate a una mera provocazione”.

In questo contesto si inserisce gioco forza la gara dei bacini di riparazione “Non vogliamo certo dire a chi deve essere affidato il bando – chiarisce la RSU – chiediamo soltanto che sia seguito il piano regolatore portuale, il quale prevede che i bacini siano utilizzati per riparazioni di navi fino a una certa taglia, lavorazioni, quindi, compatibili con l’attività del cantiere”.

Il cantiere, rispetto alla costruzione di mega e giga Yacht, occuperà a pieno regime circa 1500/1600 persone e anche oggi, comunque, l’attività dell’azienda ha ricadute positive sulla città “Da un sondaggio fatto nei mesi scorsi – illustrano i rappresentanti aziendali – il 65% degli operai del cantiere sono livornesi, esiste una filiera in città relativa all’attività di costruzione delle imbarcazioni e, anche negli appalti, le aziende maggiormente strutturate e dalle migliori perfomance sono proprio quelle livornesi”.

C’è un dato preoccupante

Secondo la Fiom CGIL, si deve porre rimedio “L’immobilismo di cui è vittima la città – sottolinea la Fiom territoriale – ha gravi ricadute anche sulle attività produttive che funzionano: i lavoratori ci segnalano che l’azienda, nonostante cerchi sul territorio figure professionali di alta e media specializzazione, è molto difficile che riesca a reperirle.

Questo è il segnale di una mancanza di volontà, anche politica, da parte delle Istituzioni, particolarmente quelle locali Comune e Regione, di creare dei percorsi di formazione che possano rispondere a tali esigenze”.

Creare figure professionali ad hoc, specialmente di media specializzazione, potrebbe essere una prima risposta, purché non sufficiente, ai tanti disoccupati del territorio che non hanno un’alta scolarizzazione né un’alta qualificazione professionale “Da parte nostra – conclude la Fiom – stiamo eseguendo una mappatura degli appalti per comprendere meglio quali lavorazioni esistono in cantiere, che metteremo a disposizione della confederazione.

E’ necessario, però, che la città, intesa come forza istituzionale faccia uno sforzo per creare maggiore interconnessione con il cantiere che, già, oggi rappresenta un’importante realtà occupazionale e che l’azienda intensifichi e renda più proficua la collaborazione con le scuole del territorio”.

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