Tortelli al pesto di salvia

Il Bocca Tv, cucina variopinta in vernacolo, oggi vi propone i tortelli al pesto di salvia …per Il Bocca una medaglia!

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Tortelli al pesto di salvia

Dosi: 4 persone
Difficoltà: bassa
Preparazione: 10m
Cottura: 5m
Costo: economico

Ingredienti per i tortelli al pesto:

– Foglie di salvia;
– Tortelli di ricotta;
– 50 gr di noci;
– 50 gr di mandorle;
– 100 gr di grana padano;
– Aglio;
– Peperoncino;
– Sale e pepe quanto basta;
– Olio extravergine d’oliva.;

Tortelli

La pasta ripiena è un tipo di pasta costituita da una sfoglia, all’uovo o meno, contenente ripieno a base di carne, pesce, verdura o formaggio.

È tradizionalmente diffusa in tutta l’Italia centro-settentrionale, ma è in special modo lungo la pianura padana che si sono sviluppate le specialità più note.

Tra le innovazioni gastronomiche del Medioevo un posto particolare spetta a questo genere di alimenti, fatti a forma di tortelli e ravioli, preparazioni alimentari tanto semplici quanto geniali, dal duplice scopo di contenere e cuocere un ripieno. 
Nel XII sec. fu sotto veste di “torte” che i primi manufatti del genere comparvero nel menù settimanale degli eremiti di Camaldoli, bollati ironicamente come “creazioni golose” da Salimbene de Adam (sec. XIII).

Nella cultura del tempo questi alimenti identificavano un cibo estremamente pratico, facile da realizzare, conservare e trasportare, che rappresentava la condivisione di saperi gastronomici fra città e campagna.

In linea generale si associava le torte sopratutto alle verdure, come scrive il Platina: “La pietanza che chiamiamo comunemente torta credo prenda il nome dal fatto che le verdure di solito usate per confezionarla vengono tagliate e tòrte, cioè strizzate”. 

Con il tempo questo genere di preparazione si arricchì di carne e di pesce (tinche, anguille, gamberi fiume). La loro realizzazione prevedeva di ridurre in poltiglia nel mortaio della carne insaporita e speziata, per poi avvolgerla in una sfoglia di pasta e coprirla con altra sfoglia. 
In generale la pasta destinata a racchiudere il ripieno, non sembra che necessariamente venisse mangiata. È

dallo Scappi che possiamo desumere la codificata delle possibili alternative.

È anche il Liber de coquina (XIII sec.) ha farci desumere come tortelli, ravioli o tortellini, derivassero dalle torte, chiamate anche timballi o pastelli. Differente tra le due categorie era la cottura: se quella delle torte avveniva in forno, quella di tortelli, ravioli o simili si faceva per bollitura o frittura.

[Fonte]

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