Viaggio come metafora della vita

Carlo Chionne nasce a Roma nel 1943. Nato come lettore, viene colpito da una malattia agli occhi, ma il suo amore per la Letteratura lo spinge a scrivere. In questo appuntamento ci “parlerà” di come usa il viaggio come metafora di vita.

Anche tu, come tanti, nelle tue poesie, hai usato il viaggio, come metafora della vita. Che cosa ci puoi dire in proposito?

Ma suvvia

Partiamo per il grande viaggio

Nei nostri bagagli un po di coraggio

Qualche speranza appena imballata

Ma non tiriamola fuori alla prima fermata

Lasciamole a casa le nostre illusioni

Ne troveremo nelle altre stazioni

E per voltarci indietro

Ogni tanto

Portiamoci pure qualche rimpianto

Magari portiamoci pure  qualche ricordo

E’ sempre bene tenerne a bordo

Si un buon ricordo portiamolo pure

Ci servirà nelle ore più dure

Suvvia salutiamo il babbo e la mamma

Ma non è il caso di farne un dramma

Anche se soli poi resteremo

Qualche dolore poi lo incontreremo

E ci faremo un po’ compagnia

Con la tristezza e la nostalgia

Ma prima di giungere a destinazione

Lasciamola scendere la disperazione

Si prima di giungere al traguardo finale

Suvvia liberiamoci di tutto il male

Che abbiamo fatto subito incontrato

Portiamoci il bene che abbiamo operato

Insieme a quello che abbiamo ricevuto

Tutte le volte che abbiamo chiesto aiuto

E se c’è stato qualche rifiuto

Buttiamolo a mare senza rimorso

Sarà più leggero il nostro percorso

Così una volta

Toccata la meta

Adagiamo la testa su un cuscino di pietra

E dopo tante battaglie e lotte

Chiudiamo gli occhi

E buonanotte

 

E ci vuoi dire quali sarebbero le mete estreme di questo tuo viaggio?

Dal nulla son venuto

E dal nulla tornerò

Quello che ho dato e avuto

Rimpianti non ne ho

Ho vissuto questi anni in cerca di me stesso

E mi dispiacerebbe morire proprio adesso

Adesso che per vivere una ragione c’è

E l’ho scoperta quando io

Ho scoperto te

Dal nulla son venuto di questo sono certo

E a volte se ho sofferto

L’ho fatto anche per te

Dal nulla son venuto non so come e perché

Ma quello che ho goduto

Lo devo solo a te

Come le foglie trascinate dal vento

Mi son lasciato vivere

Perciò non mi lamento

Ma potessi tornare

Ringrazierei Iddio

E ricomincerei da te

Amore mio.

 

Abbiamo notato che nelle tue poesie ci sono molte note nostalgiche, come se tu, proustianamente parlando, compiessi un viaggio alla ricerca di un tempo perduto. È così?

Ma se tu vai in cerca del tempo perduto

Poi non ti accorgi di averlo vissuto

No non cercarlo

Non troverai niente

Ma cerca di vivere il tempo presente

E se un giorno vedrai tirar su un altro muro

È perché hanno paura del tempo futuro

Ma tu non reagire in modo scontato

Andando in cerca del tempo passato

E se a volte ti senti smarrito nel vuoto

Non rifugiarti nel passato remoto

Ma non ti sei accorto che i sogni e l’amore

Li potrai realizzare

Ma in un futuro interiore

Di quello che hai fatto

Di quello che hai detto

Ti resterà solo questo tempo

Imperfetto

Il tempo imperfetto nel quale viviamo

E allora dai

Perché non ci amiamo

Perché ci facciamo ogni giorno la guerra

Ma ti non hai visto

Quanto è bella la terra

E se nei tuoi occhi io vedo un sorriso

Pur coi piedi per terra

Ma io

Sto in paradiso

 

E con questo concludiamo anche il settimo appuntamento della rubrica “Ma le ‘onosci le poesie di Chionne?”, che tornerà mercoledì prossimo con il poeta del Castellaccio Carlo Chionne.

You may also like...